La magia dell'EMDR

La magia dell'EMDR

  • articolo a cura della Dott.ssa Chiara Maria Ostini

Perchè la tecnica dell’EMDR funziona.

Sembra una moda, tutti ne parlano, tutti la usano, eppure è vero: la tecnica dell’EMDR è incredibilmente efficace. In alcuni casi, bastano dalle 3 alle 6 sedute per avere miglioramenti evidenti e duraturi.

EMDR

Ma in cosa consiste questa tecnica? E soprattutto perchè è così efficace?

Eye Movement Desensitisation and Reprocessing (EMDR) significa desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari ed è uno strumento terapeutico nato per trattare i traumi e, in seguito, le problematiche legate allo stress. Si basa sulla scoperta di Francine Shapiro che la stimolazione bilaterale dei movimenti oculari permette di elaborare, in modo del tutto spontaneo, i ricordi. Pertanto un ricordo traumatico si desensibilizza, perdendo la sua carica negativa e cessando di essere disturbante per la persona.

Infatti, molti sintomi sono collegati a episodi traumatici avvenuti anche parecchio tempo prima, che tornano a disturbare il paziente in molteplici modi; a volte non si riesce a collegare immediatamente il sintomo con l’episodio traumatico, altre volte sì, ma in entrambi i casi è il ricordo di questo episodio che mantiene vivo il disturbo. Questo avviene perchè, se un ricordo non viene elaborato, continua ad agire dentro di noi come se l’evento non facesse parte del passato ma del presente, quindi abbiamo pensieri, emozioni e sensazioni fisiche legate non alla realtà presente bensì all’evento traumatico. Elaborando il ricordo, cioè cambiandone la prospettiva e ricollocandolo nel passato, l’esperienza traumatica viene vissuta in modo distaccato e si ha un cambiamento nei pensieri, nelle emozioni, nelle sensazioni corporee e nei comportamenti.

Come mai un ricordo traumatico ha il potere di sconvolgere così tanto le nostre vite? E che cosa è un trauma?

Si parla di evento traumatico quando una persona ha vissuto (in prima persona o come spettatore) un evento che ha messo in pericolo la propria vita e la propria integrità fisica o quella degli altri, quindi un incidente, una catastrofe ed eventi di questo tipo. Tuttavia, possono essere considerati traumi anche quelle esperienze in cui la persona ha sperimentato scarsa sicurezza, trascuratezza o abuso. Per un bambino, ad esempio, vivere in un ambiente familiare freddo o subire aggressioni fisiche e verbali costituisce un trauma; mentre una persona adulta può vivere come traumatiche esperienze di mobbing, problematiche familiari o di coppia. È la modalità con cui si vive un evento, con senso di perdita di sicurezza, minaccia e pericolo per la propria integrità fisica e psichica, a renderlo traumatico. Durante questo vissuto, si attivano alcune risposte biochimiche e fisiologiche che possono causare i sintomi tipici di queste problematiche, come costante reazione di allarme, ansia, incubi, pensieri angoscianti etc.

Queste risposte biochimiche, oltre a contribuire a far insorgere i sintomi, vanno a bloccare il sistema di Elaborazione Adattiva dell’Informazione (AIP). Questo sistema neurobiologico, quando funziona, ci permette di elaborare i ricordi e di immagazzinarli come parti del nostro passato. Se il sistema si blocca, per via del trauma, l’esperienza traumatica non viene elaborata ma viene mantenuta in memoria come se fosse ancora presente, quindi si continua a sperimentare le stesse emozioni, convinzioni e sensazioni fisiche che esistevano al momento dell’evento. Queste emozioni, convinzioni e sensazioni possono essere molto disturbanti e limitare il funzionamento dell’individuo. A volte, si possono elaborare alcuni aspetti dell’esperienza e non altri; per questo, può capitare che un odore o un’immagine particolare ci attivino emozioni o sensazioni fisiche sgradevoli.

La stimolazione bilaterale dei movimenti oculari, mentre si è concentrati su un’immagine dell’evento traumatico, va a sbloccare il processo di elaborazione adattiva dell’informazione precedentemente bloccato e consente l’elaborazione interrotta del ricordo disturbante. Ciò avviene in modo del tutto spontaneo perchè questo sistema è innato nell’individuo: il terapeuta si limita a stimolare i movimenti oculari del paziente e sarà il paziente stesso a procedere all’elaborazione. Con il procedere dell’elaborazione, i pazienti iniziano a percepire il ricordo disturbante in modo più distaccato e meno emotivamente attivante, le emozioni negative e le sensazioni fisiche si attutiscono e le convinzioni su di sè si modificano.

Dopo la terapia con EMDR, il paziente ricorda ancora l’evento ma in modo più adattivo e i sintomi collegati ad esso risultano notevolmente ridotti.

Va ricordato che l’EMDR è una tecnica ed è efficace per quei sintomi connessi a un evento traumatico, quindi viene utilizzata all’interno di un percorso terapeutico più articolato, che prevede anche altre modalità di lavoro.

Dott.ssa Chiara Maria Ostini
Psicologa e psicoterapeuta - Sesto San Giovanni

 

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