Quante volte vi capita di sentirvi in colpa per aver detto no a vostro figlio? O di non riuscire a proibirgli qualcosa, per non dover vedere la delusione nei suoi occhi?
È un atteggiamento tipico di una modalità genitoriale, molto diffusa attualmente, basata sull’affettività piuttosto che sulla trasmissione di regole; i genitori di questo tipo sono molto amorevoli, molto attenti a trasmettere affetto e calore ai propri figli e a concedergli ampia libertà di scelta. Queste caratteristiche sono decisamente positive e vanno coltivate, tuttavia può capitare che, per un eccesso di amore e sollecitudine, si trascuri un altro aspetto fondamentale della funzione genitoriale: la trasmissione di regole e la costruzione di limiti. Sono infatti due i principali compiti del genitore:
Questo secondo compito si concretizza anche nella capacità del genitore di stabilire delle regole e di farle rispettare. Può non essere facile, perchè il bambino che si scontra con delle proibizioni che limitano la sua possibilità di fare ciò che desidera sperimenta vissuti di frustrazione che possono risultare intollerabili per un genitore. Infatti il desiderio del genitore è che il proprio bimbo sia felice e può sembrare che la delusione e la frustrazione siano emozioni che devono assolutamente essere evitare per poter perseguire tale obiettivo.
Vedremo invece come confrontarsi con il limite e i vissuti negativi a esso collegati siano esperienze fondamentali per una crescita sana e armonica. I motivi sono i seguenti:
Detto ciò, è normale sperimentare un pò di senso di colpa quando diciamo no: pensare che quel no è utile al nostro bambino può però aiutarci a essere più sicuri di noi stessi.
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Dott.ssa Chiara Maria Ostini - Psicologa e psicoterapeuta a Sesto San Giovanni
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