I test per la diagnosi dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento

I test per la diagnosi dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento

  • articolo a cura della Dott.ssa Chiara Maria Ostini

Quando si parla di disturbi specifici dell’apprendimento si insiste spesso sull’importanza di una diagnosi precoce; questo perchè individuare prima il problema permette di intervenire tempestivamente. In questo modo si evita che la distanza tra l’apprendimento effettivo e quello richiesto per la classe di appartenenza si allarghi troppi e che l’alunno sperimenti quei vissuti di frustrazione e sfiducia che sono alla base dell’alto tasso di demotivazione scolastica e abbandono scolastico negli studenti con DSA.

I test per la diagnosi dei  Disturbi Specifici dell’Apprendimento

Sebbene la diagnosi possa essere fatta soltanto da un’equipe di esperti, è possibile e consigliabile che già a scuola vengano effettuati degli screening per individuare i soggetti a rischio. Solitamente sono una batteria di test che vengono somministrati in parte collettivamente alla classe, in parte individualmente e che permettono di individuare quali studenti hanno delle debolezze nell’area della lettura, della scrittura e del calcolo e quindi meritano un approfondimento. Alcuni di questi test possono essere utilizzati direttamente dalle insegnanti, tuttavia sarebbe meglio se venissero somministrati da uno psicologo. Solitamente vengono fatti nelle scuole primarie, ma sono disponibili anche screening sui prerequisiti degli apprendimenti (ad esempio l’abilità fonologica) per i bambini dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia, molto utili per un’individuazione precoce dei soggetti a rischio. Infatti interventi di potenziamento, che possono essere messi in atto anche da un’insegnante (meglio se con la supervisione di uno psicologo specializzato in DSA), possono essere risolutivi per quei bambini che non hanno un disturbo ma presentano comunque delle difficoltà e devono essere aiutati.

Se, invece, un bambino, nonostante attività di potenziamento mirate, continua a manifestare delle difficoltà nella lettura, nella scrittura o nel calcolo, è bene inviarlo in un centro specializzato per una valutazione degli apprendimenti. È necessario ricordare che non è possibile fare diagnosi di dislessia evolutiva e di disortografia evolutiva prima del termine del secondo anno della scuola primaria, mentre per la diagnosi di discalculia è necessario aspettare la fine della terza. Questo perchè sono disturbi dipendenti dall’apprendimento, quindi difficoltà presenti nelle classi precedenti potrebbero essere dovuti al normale processo di acquisizione e non a un deficit specifico.

Ogni regione italiana ha delle norme in merito a chi può fare diagnosi di DSA; in Lombardia, oltre alle strutture pubbliche, è possibile rivolgersi anche alle strutture accreditate, ovvero a quei centri o studi associati che abbiano al loro interno un’equipe multidisciplinare autorizzata, composta da psicologo, neuropsichiatra e logopedista.

Diagnosticare un disturbo di questo tipo è un percorso complesso, in cui è richiesta la collaborazione del bambino o ragazzo, dei suoi genitori e degli insegnanti, in modo che gli specialisti possano avere un quadro il più chiaro possibile delle difficoltà e dei punti di forza dello studente.

Per quanto riguarda la valutazione diretta dell’alunno, i test che vengono usati possono variare in base all’età dello stesso e alle preferenze dello specialista. Anche le abilità valutate non saranno uguali per tutti, ma dipenderanno dal profilo del bambino. A grandi linee possiamo, però, dire che le aree indagate con i relativi test sono le seguenti:

  • Abilità di lettura: di solito è prevista una prova di lettura di brano, lettura di parole e lettura di non parole. Gli strumenti maggiormente usati sono le Prove MT (Cornoldi), BVN 5-11(Batteria di Valutazione Neuropsicologica per l’età evolutiva, Bisiacchi et al.), DDE2 (Batteria per la valutazione della dislessia e della disortografia evolutiva, Sartori).
  • Abilità ortografica della scrittura: anche in questo caso si valuta la scrittura di brano, di una lista di parole e di una lista di non parole, sia copiate sia sotto dettatura. Gli strumenti usati principalmente sono DDE2 (Batteria per la valutazione della dislessia e della disortografia evolutiva, Sartori), BVSCO (Batteria per la valutazione della scrittura e della competenza ortografica, Cornoldi, Re e Tressoldi).
  • Componente prassica della scrittura: solitamente al bambino è chiesto di scrivere alcune semplici parole (es. “le” o “uno”) più volte e velocemente, per valutare la comprensibilità della scrittura. Lo strumento più usato è la scala BHK.
  • Abilità di comprensione del testo: si tratta per lo più di brani letti in autonomia o ascoltati su cui il ragazzo deve rispondere a delle domande di comprensione. I test più utilizzati per valutare questa abilità sono Prove MT (Cornoldi), la Nuova guida alla comprensione del testo (DeBeni et al.) e il test CO-TT (Carretti et al.).
  • Abilità aritmetiche e di calcolo: si valuta l’acquisizione del concetto di numero e quantità e le abilità aritmetiche in base all’età. I test più utilizzati sono AC-MT (Batteria per la valutazione delle abilità di calcolo, Cornoldi et al.), Discalculia Test (Lucangeli et al.), ABCA (Test delle abilità di calcolo aritmetico, Lucangeli et al.), BDE (Batteria per la discalculia evolutiva, Biancardi e Nicoletti).
  • Abilità non verbali: vengono indagate tutte quelle abilità più prettamente visuospaziali, come la memoria visiva. I test più usati sono VMI (Developmental Test of Visual-Motor Integration), BVS-Corsi (Batteria per la valutazione della memoria visiva e spaziale, Mammarella et al.) e la Figura Complessa di Rey.
  • Funzionamento intellettivo globale: indaga le abilità cognitive generali del bambino o del ragazzo, perchè devono essere nella norma e non deficitarie (o almeno non tali da giustificare la difficoltà di apprendimento in oggetto) per fare diagnosi di DSA. Solitamente viene usata la scala WISC-4, anche se potrebbero essere utilizzate anche le Matrici di Raven.

Come detto, ogni clinico farà una scelta delle abilità da indagare e degli strumenti da utilizzare, quindi un bambino non dovrà eseguire tutti i test elencati. In aggiunta, lo specialista potrà prevedere ulteriori prove o questionari per indagare altri aspetti che ritiene importanti, come, per esempio, la motivazione scolastica, le strategie metacognitive utilizzate nello studio, l’ansia e l’autostima.

Fondamentale per una buona riuscita della valutazione è la collaborazione di tutti gli attori coinvolti: lo studente, l’equipe specialista, i genitori e gli insegnanti.

Dott.ssa Chiara Maria Ostini
Psicologa e psicoterapeuta - Sesto San Giovanni

 

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