Le cause dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento

Le cause dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento

  • articolo a cura della Dott.ssa Chiara Maria Ostini

Sebbene non sia possibile fare diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento prima di una determinata età scolastica (fine del secondo anno di primaria per i disturbi della letto-scrittura e fine del terzo per la discalculia), ciò non significa che essi non siano già presenti prima; semplicemente, essendo disturbi legati all’apprendimento scolastico, i DSA si manifestano chiaramente soltanto dopo un certo periodo di scolarizzazione. Infatti una caratteristica fondamentale di questo tipo di disturbo è proprio essere un disturbo a origine biologica. Ciò significa che un bambino non può svilupparlo nel tempo, in seguito a esperienze traumatiche per esempio: il disturbo è presente dalla nascita ma cambiano le sue manifestazioni che si fanno più evidenti e problematiche con l’aumento della scolarizzazione dell’alunno. Quindi nel neonato le manifestazioni sintomatiche sono praticamente nulle, dal momento che il DSA colpisce aree cognitive che a quell’età non sono ancora sviluppate, nel bambino in età prescolare ci possono essere delle avvisaglie (per esempio, difficoltà nel linguaggio o nell’imparare filastrocche), mentre è proprio nel bambino in età scolare che tale disturbo si manifesta pienamente, con sintomi quali difficoltà nell’acquisizione della lettura, della scrittura e delle procedure di calcolo.

Le cause dei Disturbi Specifici  dell’Apprendimento

Può accadere che altri disturbi di natura psicologica (depressione, disturbi d’ansia, disturbo dell’attenzione/iperattività...), traumi (lutti, episodi di bullismo...) e condizioni di svantaggio psicosociale possano causare difficoltà scolastiche nel bambino. In questo caso, però, non si tratta di un disturbo specifico dell’apprendimento, bensì di difficoltà scolastiche correlate a un altro disturbo o condizione di svantaggio. Tale distinzione è molto importante per due motivi:

  • perchè in questo secondo caso il recupero totale è possibile, mentre in caso di DSA non c’è una completa remissione ma solo una parziale abilitazione dell’abilità deficitaria, cioè in caso di DSA la difficoltà non scompare mai del tutto, negli altri casi invece è possibile;
  • perchè in questo secondo caso è importante intervenire sulla causa primaria della difficoltà (quindi la difficoltà emotiva o la situazione di disagio) ed eventualmente prevedere un programma di recupero scolastico, mentre per un alunno con DSA bisogna approntare un intervento specifico di abilitazione.

Sebbene sia ormai consolidato che i DSA abbiano una causa genetica, non sono ancora stati individuati con certezza i processi cerebrali coinvolti, anche se vi sono numerose ricerche attive in questo campo, anche in Italia (si veda il gruppo dell’Università di Padova coordinato dal professor Cesare Cornoldi). A riprova dell’origine genetica del disturbo vi è la sua alta familiarità, ovvero bambini di genitori con DSA hanno più probabilità di avere lo stesso disturbo rispetto a bambini di genitori senza DSA. Non è difficile, infatti, che genitori di questi bambini riportino di aver incontrato da piccoli le stesse difficoltà del figlio, anche se magari all’epoca non era stata fatta nessuna diagnosi.

Inoltre, è possibile, anche se non inevitabile, che bambini con DSA abbiano anche altri disturbi neuroevolutivi a causa genetica: disturbo dell’attenzione/iperattività, disturbo del linguaggio, disturbo della coordinazione motoria sono i principali.

Ad ogni modo, il fatto che i disturbi specifici dell’apprendimento abbiano una causa genetica e non siano completamente remissibili non significa che non ci sia niente da fare! Prima di tutto è importante una diagnosi precoce, quindi se si hanno dei dubbi sul proprio bambino è bene non aspettare ma rivolgersi immediatamente a un’equipe autorizzata per la diagnosi di DSA (che deve essere composta da neuropsichiatra infantile, psicologo e logopedista). In secondo luogo, un trattamento riabilitativo messo in atto da uno psicologo esperto, insieme a un adeguato supporto scolastico e a un uso efficace degli strumenti compensativi e  dispensativi, può, da un lato aiutare il bambino o il ragazzo a migliorare le prestazioni deficitarie, dall’altro insegnargli a sfruttare le proprie risorse (ricordiamo che uno studente con DSA ha un’intelligenza nella norma, quindi a fianco di un’abilità compromessa ne ha molte funzionanti) per avere successo nella vita scolastica, a dispetto della sua specifica difficoltà.     

Dott.ssa Chiara Maria Ostini
Psicologa e psicoterapeuta - Sesto San Giovanni

 

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